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Acne

Acne inversa

L’acne inversa (in passato chiamata idrosadenite suppurativa) è una malattia infiammatoria ad andamento clinico cronico-recidivante. Dal punto di vista clinico-topografico, è caratterizzata dallo sviluppo di ascessi, fistole e cicatrici localizzati alle ascelle e/o all’inguine; possono peraltro essere colpiti anche le pieghe sottomammarie, i glutei, la piega interglutea, il perineo, l’ano e la vulva.
 

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L’acne inversa non ha una predilezione di etnia, è più frequente nel sesso femminile e può comparire durante l’adolescenza; tuttavia, non sono rari i pazienti in cui la malattia esordisce nella III e IV decade di vita. Pur non disponendo di statistiche ufficiali, secondo molti Dermatologi la malattia sarebbe in lento, ma costante, aumento.
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Le cause dell’acne inversa non sono note. Talvolta la malattia è familiare, se non addirittura ereditaria. Inoltre, sarebbe più frequente negli obesi e nei fumatori. Il ruolo dei deodoranti e della depilazione è secondario.
In passato si è a lungo ritenuto che l’acne inversa fosse causata da un’occlusione del dotto escretore delle ghiandole sudoripare apocrine, soprattutto per la caratteristica localizzazione dell’acne inversa in aree ricche di queste ghiandole. In seguito si è scoperto che la malattia coinvolge primitivamente i peli e i tessuti adiacenti e che l’interessamento delle ghiandole apocrine ed eccrine si osserva tardivamente e/o nelle forme particolarmente gravi. La ritenzione del sudore è provocata da una fibrosi cicatriziale del tessuto che circonda i dotti escretori. La sovrinfezione batterica è costante.

La lesione iniziale dell’acne inversa è costituita da noduli ascessuali, di forma rotondeggiante od ovalare, di colore rosso vivo, di vari cm di diametro, spesso molto dolorosi. Questi noduli possono talvolta regredire spontaneamente oppure superficializzarsi e drenare un materiale siero-purulento (vedi figure).
Le recidive, che compaiono senza una causa precisa, sono molto frequenti.
La cronicizzazione di questo processo porta alla formazione di cicatrici, spesso retraenti e deturpanti.
Come riferito precedentemente, le sovrinfezioni batteriche sono frequenti.
Importante è il coinvolgimento psicologico dei pazienti.

La terapia
La terapia dell’acne inversa è molto spesso insoddisfacente. Attualmente, è considerata di prima scelta l’asportazione chirurgica precoce e radicale di tutte le lesioni, comprese le cicatrici.
Risultati temporanei e parziali si possono ottenere con antisettici e antibiotici topici, tra cui, soprattutto, la clindamicina. Lo stesso discorso vale per gli antibiotici sistemici.
I cortisonici sistemici possono talvolta essere utili per ridurre la componente infiammatoria e il dolore.
I retinoidi orali, come l’isotretinoina e l’acitretina, hanno dato risultati nel complesso non soddisfacenti, così come gli anti-androgeni e gli estro-progestinici.
Recentemente sono stati utilizzati con successo due farmaci “biologici”, l’infliximab e l’etanercept; tuttavia, i casi trattati sono pochi; inoltre, i costi altissimi di questi farmaci ne limitano un utilizzo estensivo.

Bibliografia essenziale
Borghi A, Mantovani L, Virgili A, Bettoli V: Acne inversa: patologia complessa e sfida terapeutica. Journal of Acne 2007; 4: 17-20.