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Iperidrosi

La sudorazione e l’iperidrosi rappresentano problematiche attuali di particolare interesse, soprattutto per quanto riguarda la loro influenza sulla qualità della vita. Infatti oggi, in una società come la nostra, sempre maggiore attenzione viene posta nei confronti di situazioni che creano imbarazzo o condizionano la vita di relazione.

La sudorazione è un fenomeno fisiologico atto a mantenere la temperatura corporea ad un livello costante contribuendo all’idratazione cutanea e conferendo plasticità allo strato corneo. Il sudore evapora e disperde calore permettendo, in situazioni di caldo eccessivo, l’abbassamento della temperatura corporea. Nel nostro organismo le ghiandole sudoripare vengono stimolate a produrre il sudore dal sistema nervoso autonomo, in particolare dal sistema simpatico. In alcuni soggetti, il meccanismo della sudorazione sfugge al normale controllo determinando la comparsa dell’ iperidrosi.
Con il termine iperidrosi si intende un’eccessiva produzione di sudore rispetto alla quantità necessaria per mantenere una adeguata temperatura corporea. L’incidenza nella popolazione generale oscilla tra lo 0,6% e l’1%. Colpisce entrambi i sessi, manifestandosi solitamente tra la seconda e la terza decade di vita, con una familiarità positiva nel 30-50% dei casi. Ansia e nervosismo possono aggravare o scatenare l’iperidrosi, ma soltanto raramente è presente una patologia psichiatrica vera e propria.

L’iperidrosi condiziona notevolmente la qualità di vita dei pazienti influenzando, soprattutto in quelli affetti da iperidrosi palmare, anche la scelta lavorativa e le attività pratiche giornaliere. Non meno complicata risulta la vita dei pazienti affetti da iperidrosi ascellare che sono spesso costretti a frequenti cambi d’abito per la formazione di imbarazzanti aloni a livello del cavo ascellare. L’iperidrosi rappresenta, quindi, un importante problema sociale, che creando imbarazzo, frustrazione e perdita dell’autostima, conduce spesso i pazienti ad evitare del tutto le relazioni interpersonali.

Esistono due tipi di iperidrosi. Nella forma primaria o idiopatica non è possibile individuare alcuna causa; si parla di coinvolgimento primario delle ghiandole e su queste si dovrà agire per ottenere un miglioramento. L’iperidrosi secondaria costituisce l’epifenomeno di un quadro clinico ben definito che interessa secondariamente le ghiandole sudoripare. In questi casi la terapia è quella che mira a rimuovere le patologia di base (diabete, disendocrinie etc…). Si distinguono inoltre una iperidrosi localizzata associata a Sindrome di Frey, encefalite, siringomielia, herpes zoster, nevo sebaceo, amartoma eccrino, mixedema pretibiale, tumore glomico ed una generalizzata, riscontrabile in corso di malattie febbrili, tireotossicosi, diabete mellito, ipoglicemia, gotta, feocromocitoma, farmaci antidepressivi, malattia di Hodgkin, menopausa ed altre patologie neurologiche.

Il trattamento
L’iperidrosi necessita di una terapia adeguata e duratura nel tempo. Al momento le uniche modalità di trattamento in grado di fornire risultati permanenti sono di tipo chirurgico (simpaticectomia, curettage delle ghiandole). Tali tecniche però, oltre ad essere piuttosto invasive ed associate a numerosi effetti collaterali, possono indurre una sudorazione compensatoria. La terapia medica prevede l’utilizzo di antitraspiranti e deodoranti, quali il cloruro di alluminio e la glutaraldeide, di farmaci psicotropi o anticolinergici. Un altro trattamento di frequente utilizzo è rappresentato dalla ionoforesi. Negli ultimi anni si è affermato un nuovo trattamento per l’iperidrosi: la tossina botulinica di tipo A (BTX-A). Essa è in grado di inibire il rilascio dell’acetilcolina dalle terminazioni nervose presinaptiche dei neuroni colinergici (che controllano le ghiandole sudoripare eccrine) bloccando la sudorazione. Per questa sua azione costituisce una valida alternativa alla terapia chirurgica.